Il Mozambico è una terra di immensa bellezza naturale, ma anche uno dei paesi più colpiti dai cambiamenti climatici. Alluvioni, cicloni e siccità sono sempre più frequenti, mettendo a rischio vite umane — soprattutto quelle dei più vulnerabili: i bambini.
Per questo la Fondazione AVSI, con il supporto dell’UNICEF, ha lanciato un progetto innovativo nella Provincia di Sofala volto a rafforzare la resilienza delle comunità di fronte al cambiamento climatico. Un’iniziativa che combina tecnologia, partecipazione e un approccio incentrato sui bambini.
Perché Sofala? Perché ora?
La Provincia di Sofala, che include la città di Beira e il distretto di Nhamatanda, è una delle aree più esposte ai disastri naturali e agli effetti del cambiamento climatico in Mozambico. Le conseguenze del cambiamento climatico si avvertono qui ogni giorno: infrastrutture danneggiate, scuole chiuse, servizi interrotti. E i bambini sono i primi a soffrirne.
Secondo il Children’s Climate Risk Index (UNICEF, 2021), il Mozambico si colloca al 10º posto a livello globale per vulnerabilità dei bambini ai rischi climatici. Dietro le statistiche ci sono vite reali: bambini che non possono frequentare la scuola, famiglie costrette a spostarsi, comunità che lottano per ricostruire.
Questo progetto mira ad affrontare queste sfide — con un approccio nuovo e inclusivo
Un nuovo modo di pianificare: Locale, Partecipativo, Digitale
Non si tratta di un semplice piano di risposta alle emergenze. È una strategia a lungo termine per affrontare il cambiamento climatico che dà potere alle comunità attraverso:
- Pianificazione partecipativa con gli attori locali
- Tecnologia GIS per mappare e analizzare i rischi climatici
- Programmi di formazione e sensibilizzazione
- Aggiornamento dei Piani Locali di Adattamento (PLA) e dei piani di contingenza, su misura per le reali necessità
Grazie a questo modello, le comunità sono in grado di anticipare i disastri, rispondere efficacemente e riprendersi più rapidamente — soprattutto in modi che proteggano i bambini.
Fasi del Progetto
Il lavoro si concentra su otto aree pilota: cinque quartieri della città di Beira e quattro comunità rurali di Nhamatanda.
Il processo si articola in diverse fasi chiave:
- Comprendere il territorio – Utilizzando immagini satellitari e rilievi sul campo, il team mappa le infrastrutture critiche, le risorse naturali e le aree note a rischio legate anche al cambiamento climatico.
- Analisi del rischio – Con il supporto di sistemi GIS vengono create mappe di pericoli, esposizione e vulnerabilità, evidenziando le aree più a rischio — in particolare scuole, centri sanitari e abitazioni.
- Pianificazione mirata – I dati raccolti vengono utilizzati per aggiornare i Piani Locali di Adattamento e di Contingenza, attraverso la co-progettazione con i membri della comunità.
- Preparazione all’azione – Il progetto definisce procedure di evacuazione, centri di emergenza, percorsi sicuri e strategie per la distribuzione delle risorse.
- Condivisione della conoscenza – Vengono prodotti materiali educativi e informativi — opuscoli, poster, StoryMaps — per rendere le informazioni sui rischi accessibili a tutti.
Una metodologia basata su standard globali
Il progetto non si basa solo sul dialogo comunitario — è costruito su una solida metodologia allineata a quadri di riferimento riconosciuti a livello mondiale.
La valutazione del rischio viene condotta secondo principi e flussi di lavoro promossi da:
Questo garantisce che sia il processo tecnico che il coinvolgimento locale siano guidati dalle migliori pratiche nel campo della riduzione del rischio di disastri
Mettere i bambini al centro
I disastri non colpiscono tutti allo stesso modo. I bambini sono spesso i più colpiti quando un’alluvione distrugge una scuola o quando un centro sanitario chiude.
Per questo progetto, i bambini sono al centro di ogni fase. Scuole, servizi per la prima infanzia, famiglie — tutti sono inclusi nel processo di pianificazione e decisione. I bambini non sono semplici destinatari passivi di aiuti — sono riconosciuti come partecipanti attivi nella costruzione della resilienza.
Un modello per il futuro
Questo non è solo un progetto locale. È un modello replicabile — un chiaro esempio di come le emergenze climatiche e il cambiamento climatico possano essere affrontati con innovazione, inclusività e umanità.
Grazie ai finanziamenti dell’UNICEF e all’impegno di AVSI, questa iniziativa unisce dati, tecnologia e partecipazione per costruire comunità più forti, meglio preparate e pronte ad affrontare il futuro.
Con chi abbiamo lavorato
Fondazione AVSI, nata a Cesena nel 1972, è una ONG che realizza oltre 300 progetti di cooperazione allo sviluppo in più di 40 paesi. Opera in ambiti come educazione, protezione dell’infanzia, salute, agricoltura, ambiente e diritti umani, mettendo al centro la dignità della persona e lo sviluppo delle comunità.
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Cambiamento climatico e la Riduzione del rischio di disastri