Sfruttare il GIS per identificare le province dove l’impatto economico sulla vita e l’istruzione di bambini e adolescenti e sulle loro famiglie in Italia, dovuto alla pandemia ed alla chiusura forzata delle attività produttive, potrebbe essere stato più significativo.

Progetto realizzato per Save the Children Italia

Save the Children Italia è stata costituita alla fine del 1998 come Onlus ed ha iniziato le sue attività nel 1999. Oggi è una Ong (Organizzazione non governativa) riconosciuta dal Ministero degli Affari Esteri.

Porta avanti attività e progetti rivolti sia ai bambini e alle bambine dei paesi in via di sviluppo che a quelli che vivono sul territorio italiano.

In occasione del lancio della campagna ‘Riscriviamo il futuro’, Save the Children diffonde un rapporto che include l’inedita indagine su un campione di oltre mille bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni e i loro genitori. L’indagine riguarda l’impatto della crisi socio-economica derivante dalla pandemia di Covid-19 sulle famiglie ed in particolare sugli studenti. I dati e la loro mappatura sul territorio aiutano a comprendere quali sono gli elementi di maggior vulnerabilità, e in quali aree sono maggiormente accentuate le problematiche.

Esigenze: evidenziare l’impatto della crisi sulle famiglie in condizioni di difficoltà economica

In occasione del lancio della campagna ‘Riscriviamo il futuro’, Save the Children voleva diffondere un rapporto che include l’inedita indagine realizzata dall’istituto di ricerca 40 dB” su un campione di oltre mille bambini e ragazzi tra gli 8 e i 17 anni e i loro genitori relativamente all’impatto della crisi socio-economica conseguente alle misure di lockdown messe in atto per arginare la diffusione del Coronavirus.

La chiusura delle attività economiche, sociali e culturali, ed in particolare della scuola, hanno avuto un grave impatto sulla vita dei bambini, degli adolescenti e delle loro famiglie, con il rischio di aumentare in modo esponenziale la povertà economica e educativa. Chiuse le scuole, molti bambini sono rimasti indietro. Senza gli strumenti per accedere alle lezioni, senza aiuti, potrebbero interrompere gli studi per sempre.

I dati al livello nazionale mostrano come gli effetti della pandemia hanno messo a dura prova maggiormente i ragazzi che vivono in famiglie in condizioni di difficoltà economica. Più penalizzato il Sud, ma anche al Nord ci sono molti territori che convivono col disagio.

La necessità era quindi quella di mostrare i numeri, i territori più vulnerabili e dare un messaggio forte agli Enti governativi per adottare misure che contrastino la povertà educativa e la dispersione scolastica.

Soluzione: mappare il rischio educativo

Già prima dell’emergenza legata al COVID19, il nostro Paese registrava percentuali di deprivazione economica e materiale dei minori tra le più alte d’Europa. A questo si aggiungono livelli di povertà educativa molto elevati.

Il rischio è quello di vedere, nei prossimi anni, se non si interviene subito, un balzo in avanti della povertà economica e educativa. L’effetto di lungo periodo della crisi rischia infatti non solo di aggravare ulteriormente la situazione di coloro che vivevano già in condizioni di svantaggio socioeconomico, ma anche quella di coloro che non erano in una situazione di deprivazione, ma che ora possono repentinamente scivolarvi a causa della crisi. Con i dati a disposizione abbiamo realizzato per Save the Children una serie di “mappe del rischio educativo”, per capire quali province nel nostro Paese partono da condizioni di maggiore svantaggio educativo e quindi tendenzialmente sono/saranno più o meno preparate a far fronte alla crisi. E, allo stesso tempo, identificare quelle province dove l’impatto economico sui minori, dovuto alla pandemia ed alla chiusura forzata delle attività economiche e produttive, potrebbe essere stato più significativo.

A tale scopo sono stati utilizzati i seguenti indicatori:

1. La copertura dei servizi educativi pubblici per la prima infanzia;

2. La dispersione esplicita, misurata attraverso l’indicatore Early School Leavers, ovvero la percentuale di ragazzi tra i 18 e i 24 anni che hanno abbandonato prematuramente il loro percorso di studi e quindi non sono in possesso di una qualifica o un diploma secondario;

3. La percentuale di minori di 14-16 anni (che frequentano il secondo anno della scuola secondaria di II grado) le cui famiglie appartengono al quintile socio-economico e culturale più svantaggiato, misurato dall’INVALSI;

4. La dispersione implicita, che misura la percentuale di minori di 14-16 anni (che frequentano il secondo anno della scuola secondaria di II grado) che non raggiungono le competenze minime in matematica e italiano, misurate attraverso le prove INVALSI;

5. L’aumento percentuale delle domande accettate di Reddito di Cittadinanza per gli individui in maggior disagio economico e sociale al mese di marzo, rispetto al mese di gennaio (pre-confinamento), rilevato dall’INPS.

Attraverso un’ultima mappa abbiamo poi incrociato 4 di questi indicatori di sviluppo/deprivazione aggregandoli per definire 4 Classi di rischio, attraverso le quali è possibile capire in quali delle province italiane sono maggiori gli elementi di vulnerabilità e quindi risultano più a rischio dal punto di vista educativo

Benefici

L’utilizzo di specifici strumenti GIS di analisi ha permesso di ottenere nuove informazioni di valore, incrociando dati. Le mappe hanno permesso di comunicare i dati con più efficacia, per arrivare a diversi livelli di utenze.

Le mappe sono quindi un ottimo strumento per:

– Migliorare la comprensione dei dati

– Avere a disposizione l’analisi territoriale degli indicatori

– Capire in quali aree è maggiore la vulnerabilità e il disagio

Il racconto di Save the Children al GISday