Il ruolo delle tecnologie geospaziali nella conduzione di analisi e nella costruzione di interventi di contrasto al disagio sociale e alle nuove e vecchie povertà

La pandemia da Covid-19 ha reso necessaria un’analisi approfondita delle conseguenze sociali e, quindi, dei bisogni dei territori. L’elaborazione di una risposta efficace da parte delle Istituzioni preposte – infatti – presuppone una comprensione profonda delle dinamiche economiche e sociali legate alla geografia di un territorio, alla sua storia e ai suoi mutamenti. In altri termini, è necessaria un’informazione che restituisca ai decisori la fotografia dei bisogni – vecchi e nuovi – per facilitare la strutturazione di interventi di contrasto alla povertà e al disagio sociale.

Il progetto “Roma Insieme”

Questa la riflessione alla base del progetto sperimentale “Roma Insieme”: un progetto ideato e realizzato da Stand Up, sostenuto dalla Fondazione Charlemagne e VIII Municipio di Roma Capitale, con il supporto tecnologico di gisAction e la consulenza di Osservatorio CasaRoma. “Roma Insieme” è nato con l’idea di condurre analisi territoriali capaci di prendere in considerazione anche quella fascia di popolazione che generalmente non si rivolge ai Servizi Sociali, e che quindi sfugge al rilevamento istituzionale dei bisogni. Solo con il coinvolgimento dei cittadini e la collaborazione operativa e strategica tra associazioni di volontariato, parrocchie, imprese e tutti quei corpi intermedi della società civile, è possibile accedere ai dati necessari ad una analisi integrata che permetta una comprensione esaustiva del fenomeno. Per un anno, dall’ultimo semestre del 2021 fino al primo del 2022, sono state accolte 1300 famiglie dalla rete di volontariato operante nell’VIII Municipio. A circa la metà di questi nuclei – 596 famiglie – è stato possibile sottoporre un questionario, anonimo e volontario, per far emergere le loro criticità socioeconomiche.

Il ruolo delle tecnologie geografiche

Il valore del progetto “Roma Insieme” inizia a partire dalla scelta degli strumenti per la conduzione dell’analisi, conseguenza di una consapevolezza del ruolo giocato dalla governance dei dati e dallo scambio di informazioni nel monitoraggio sociale (qui parliamo di GIS e Mapping).

Il progetto ha sperimentato un percorso di innovazione basato sulla digitalizzazione del flusso di lavoro e di dati e sull’integrazione della componente geografica, grazie al supporto di gisAction. Lo sviluppo e l’utilizzo di tecnologie Web GIS ha permesso la combinazione di soluzioni connesse che supportano il processo nel suo insieme, dalla raccolta dei dati geolocalizzati, la loro aggregazione, e la loro divulgazione, rispondendo ognuna a dei bisogni specifici.

I dati, raccolti e geolocalizzati tramite un formulario digitale, sono automaticamente disponibili in un cruscotto che mostra i dati aggregati in grafici dinamici ed interattivi e anche in mappa.

Ciò consente, oltre ad un monitoraggio continuo della situazione, di poter analizzare i dati in base a delle schermate tematiche – nucleo familiare, scenario di lavoro, condizione abitativa, ecc.– che possono essere elaborate e modificate in base alle esigenze. Ogni parametro può essere isolato così da consentire analisi mirate come ad esempio su nuclei stranieri, su anziani, su occupati di alloggi pubblici, su lavoratori del settore della ristorazione e altro.

La visualizzazione contemporanea dei dati in mappa e dei grafici aiuta a comprendere le relazioni e le correlazioni tra i fattori e svelare le dimensioni della vulnerabilità.

Un sistema a servizio dei decisori

La mappatura delle vulnerabilità e delle risorse messe in rete costituiscono elementi fondamentali nella comprensione del fenomeno e nella risposta più appropriata. Nella maggior parte delle situazioni di emergenza, la morfologia sociale e la geografia interagiscono per evidenziare le popolazioni vulnerabili.

Il coinvolgimento territoriale degli operatori del volontariato sociale insieme all’uso della tecnologia GIS e la futura integrazione con i Servizi Sociali municipali potrebbe permettere di avere un sistema di lettura dei bisogni della città in grado di far emergere le nuove povertà che difficilmente vengono rilevate con i tradizionali strumenti di indagine.

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